Il Vivaio


Ricerca e sperimentazione in vigna
L’attività vivaistica ha inizio grazie alla vocazione di Gino Zenato, che iniziò la produzione delle barbatelle nella proprietà di famiglia sulla sponda del laghetto del Frassino. Questa vocazione si è trasformata in passione tramandata poi alle generazioni successive, sempre accompagnata da un sentimento di dedizione alla terra e dalla volontà di dare espressione autentica al vitigno autoctono del territorio, la Turbiana.
"Essere vivaisti oggi nella produzione di barbatelle di vite significa farsi carico della responsabilità di produrre materiale vegetale con la massima garanzia di qualità sanitaria, attestata dalle autorità preposte solo dopo severi controlli di certificazione."
– Valerio Zenato
Grazie all’attività in vivaio, passata di generazione in generazione, la famiglia Zenato ha sviluppato una profonda conoscenza del vitigno e del territorio, in particolare della varietà Turbiana e della sua coltivazione nei diversi ambienti di cui si compone il territorio della zona del Lugana DOC.
Una conoscenza approfondita da Fabio Zenato in occasione della tesi di laurea in Scienze Agrarie, discussa nel 2000 all’Università di Milano. La ricerca è stata incentrata sull’individuazione delle caratteristiche proprie del vitigno Turbiana, messo a confronto anche con altre varietà.
La tesi di Fabio ha dato inizio ad uno studio specifico della Facoltà di Scienze Agrarie (in collaborazione con il Consorzio del Lugana) per la caratterizzazione del biotipo Turbiana, il vero e autentico vitigno autoctono di Lugana. Uno lavoro a cui l’azienda collabora attivamente come partner universitario, sotto il profilo vivaistico e di monitoraggio varietale sul territorio.
L’azienda collabora anche con l’Università di Viticoltura Veronese ad un progetto sulla selezione clonale e la caratterizzazione delle numerose varietà viticole veronesi, esperienze e competenze che ogni giorno vengono messe a frutto nel lavoro di vignaioli.
Focus “il ciclo della barbatelle”
Il ciclo di lavorazione delle barbatelle richiede un anno di tempo e copre con le sue diverse fasi tutte le stagioni. L’origine di tante attenzioni fu la necessità di innesto derivata dai problemi che la fillossera provocò alla viticoltura mondiale nel XIX secolo e che vede ora la moltiplicazione della vite tramite l’unione di due porzioni di tralcio.

Ciclo di lavorazione
- Il lavoro inizia in inverno prelevando le gemme di piante madri di vigneti appositamente dedicati attraverso la potatura di porzioni di tralci di vite, ovvero le talee, selezionate con estrema attenzione, dal momento che sarà proprio la qualità della gemma a determinarne il futuro valore
- Verso fine inverno (febbraio/marzo) si innestano le gemme selezionate sulla talea portainnesto deputata alla produzione delle radici, così la barbatella acquisisce una propria identità e inizia la sua nuova vita come pianta innestata
- La giovane pianta appena innestata viene mantenuta in serra in condizioni di elevata umidità, una fase denominata “forzatura”, al fine di favorire lo sviluppo del nuovo germoglio. È un momento magico in cui l’acqua si fa linfa della pianta, favorendo la fusione delle due porzioni di tralcio innestate, la crescita delle radici e lo sviluppo del germoglio. Segue la fase di “inverdimento”, durante la quale le piante vengono mantenute a temperatura reale in modo da abituarle gradualmente all’ambiente esterno e alla luce solare
- A primavera inoltrata (aprile/maggio) le nuove piante, messe a dimora nel “barbatellaio”, cioè in campo aperto, iniziano a crescere e svilupparsi. La stagione vegetativa, che dura circa 6 mesi, fino a novembre, prevede che esse ricevano il massimo delle cure in termini di irrigazione, nutrimento e difesa fitosanitaria. Le viti sono messe a dimora ravvicinate e vengono irrigate con un sistema di microirrigazione a seconda della necessità stagionale, evitando di bagnare la chioma. Le viti acquisiscono in tal modo autonomia vegetativa, emettendo le proprie radici e i germogli definitivi. Si compie così una fase in cui ogni atto dev’essere il risultato di grande competenza, esperienza e manualità
- Alla caduta delle foglie (periodo invernale) le giovani piante vengono estirpate e riportate in sede per l’importante attività di cernita delle loro diverse caratteristiche (germoglio, radici, gemme) allo scopo di effettuare una severa selezione, un passaggio chiave per garantirne la qualità intrinseca ai viticoltori
- La fase finale è quella in cui le barbatelle vengono “mondate”, le radici tagliate uniformemente a circa 15 centimetri e i germogli potati a 3 gemme: quelle da cui partirà la nuova vita di una vite una volta messa a dimora nel vigneto. Le barbatelle sono pronte per essere confezionate in scatole che mantengono le ideali condizioni per la loro vitalità fino al momento della spedizione.
È passato esattamente un anno, la giovane vite è pronta e nel vivaio inizia un nuovo ciclo a partire dai nuovi germogli potati.




